Ponte sullo Stretto: quali sono i rischi e i benefici dell'infrastruttura
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Direttore: Alessandro Plateroti

Ponte sullo Stretto, pro e contro: quali sono i rischi e i benefici dell’infrastruttura

Stretto di Messina

Il decreto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina è già stato approvato: vediamo però i rischi e i benefici dell’opera.

E’ del 1968 la legge che dava ad Anas, Ferrovie dello Stato e Cnr il compito di esaminare se la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina fosse un’opera fattibile: dopo più di 50 anni, ancora nulla è stato costruito, ma il governo Meloni e il suo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini puntano a realizzarlo.

Già il primo passo è stato compiuto: il 16 maggio 2023 il Senato ha approvato il decreto legge sull’infrastruttura che dovrebbe collegare Sicilia e Calabria, che si delinea così in modo sempre più realistico. Tuttavia, ancora diversi punti sono oscuri: vediamo allora tutti i benefici e i rischi di tale opera.

Il progetto del Ponte deve essere aggiornato

Stretto di Messina
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Lungo 3.666 metri e largo 60,4 metri, con 4 torri alte poco meno di 400 metri, e sospeso sul mare: questa è l’idea più largamente sostenuta per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Il progetto è del consorzio Eurolink, che lo ha presentato nel 2011, ben 12 anni fa: una delle prime criticità che emergono è dunque la necessità di un aggiornamento del prospetto, sia per quanto riguarda i materiali e le tecnologie, sia per le modalità di costruzione da impiegare.

I trasporti saranno più veloci

Tra i benefici elencati riguardo al progetto del Ponte sullo Stretto, c’è quello dell’aumento dell’efficienza dei trasporti e della viabilità: molte meno persone userebbero i traghetti per l’attraversamento del mare, senza dover quindi caricare automobili o vagoni di treni. Questo andrebbe a ridurre le tempistiche degli spostamenti dal 50 al 70% rispetto ad oggi.

Il Ponte sullo Stretto sarà dannoso per l’ambiente?

Costruire il ponte che colleghi Sicilia e Calabria non significa solamente mettere in piedi lo scheletro dell’infrastruttura, bensì significa anche dotare tale ponte di 6 corsie per le automobili e di 2 binari per i treni, che necessitano degli opportuni allacci alle reti stradali e ferroviarie già esistenti.

I lavori da fare sono quindi molti e potenzialmente dannosi a livello ambientale: l’area dello Stretto è infatti ricca di biodiversità e di fragili ambienti, con più di 10 zone protette, e la costruzione del ponte porterebbe con sè il rischio di dispersione di materiali nelle acque oltre ad un’alterazione del rumore e del traffico.

Il Ministero dell’Ambiente non si è ancora espresso su tale argomento: la sua valutazione sarà fondamentale per il via libera ai lavori.

Il ponte dovrà resistere a vento e terremoti

Il prospetto del Ponte presentato nel 2011 assicura che l’infrastruttura reggerebbe al vento, fino ad una velocità di 270 km/h, nonché a terremoti di una magnitudo fino a 7,1 sulla scala Richter. Tuttavia, come riporta Today.it, secondo la Protezione Civile, l’est della Sicilia e il sud della Calabria rientrano in una Zona sismica 1, cioè quella più pericolosa dal punto di vista sismico.

Quanto costerà l’opera?

Il Documento di Economia e Finanza approvato dal governo in carica quantifica i costi della costruzione del ponte sui 14,6 miliardi di euro, di cui 13,5 miliardi sarebbero per il ponte in sè e 1,1 per i lavori ferroviari. Tuttavia, le cifre sono aumentate di anno in anno, e con un giusto aggiornamento del progetto, potrebbero ingrandirsi ancora.

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ultimo aggiornamento: 12 Giugno 2023 15:46

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